« (…) si intende per animali di razza: ogni animale d'allevamento contemplato nell'allegato II del trattato, i cui scambi non siano ancora stati oggetto di regolamentazione comunitaria zootecnica più specifica e che sia iscritto oppure registrato in un registro o in un libro genealogico tenuto da un'organizzazione o da un'associazione di allevatori riconosciuta » (Direttiva Europea 91/174/CEE).
Potrebbe sembrar facile, ma risulta invece spesso difficile spiegare le prerogative che sono alla base, anche legalmente, per identificare e connotare un gatto come appartenente a questa o quella razza.
Con quest’articolo non si cercano polemiche, anzi, si vuol cercare di essere di aiuto in questo scopo e mi limiterò semplicemente alla definizione di gatto di razza, senza dilungarmi su protocolli vaccinali, test ed esami veterinari di vario genere che si presuppongono pratiche di “buona condotta e abitudine” da parte di un allevatore.
Qualsiasi allevatore o proprietario o intenditore di qualsiasi razza ha avuto un passato in cui il "mondo del gatto di razza pregiata" era solamente un “luogo” sconosciuto.
Anche gli allevatori hanno avuto un loro passato da non allevatori, dato che non si nasce tali. Quindi, per spiegare meglio il concetto, voglio ricordarmi quando, anni fa, non avevo le conoscenze che ho adesso.
Capita spesso che un proprietario si presenti al gruppo asserendo che il proprio gatto sia di razza norvegese, sebbene non ne possieda il pedigree. Se vi ritrovate in quest’esempio, allora affermate una cosa non vera: nessun gatto può essere definito di razza se sprovvisto di pedigree. Poco importa se entrambi i genitori del cucciolo lo possiedono, per legge un gatto di razza lo è solo se iscritto ad un registro genealogico legalmente riconosciuto (in Italia è l’ANFI riconosciuto con D.M. del 6 Agosto 1997) . Spesso, in questi casi, si tende a dire “a me non importa che il gatto abbia il pedigree o meno, io lo amo lo stesso e per me è il gatto più bello del mondo”. Ma nessuno sindaca sull’amore che un proprietario nutre per il proprio pet, quello lo si da per scontato. Però vorrei darvi da pensare: perché un gatto con due genitori di razza (con pedigree) non possiede il proprio documento? C’è solo una risposta che racchiude tutte le ipotesi: c’è qualcosa che non va. E, peggio, chi ha acquistato un cucciolo senza pedigree, sebbene spinto da “buoni propositi” è complice di un commercio illegale e al di fuori di alcun controllo e tutela sui gatti messi in riproduzione. Non si offenda nessuno quando viene precisato che un qualsiasi gatto senza pedigree è un “semplice” gatto. In poche parole "no pedigree= no gatto di razza" e se qualcuno ve lo fa notare, non è per divertimento, cattiveria, razzismo o sarcasmo. Leggo spesso su forum e gruppi fb post in cui si discute sul caso "razza" e per questo ho pensato ad un articolo che spiegasse semplicemente la questione, che non è un semplice punto di vista ma una realtà basata su documenti d'identificazione e riconoscimento, leggi e decreti europei.
Un gatto a pelo lungo senza pedigree non è un persiano. Un gatto nudo senza pedigree non è uno sphynx : sono solo gatti, bei gatti ma a loro manca un documento importante che è la loro carta d'identità, il pedigree. (non si è italiani, francesi, tedeschi senza passaporto, giusto?)
Così, se qualcuno di voi possiede un bel gatto a pelo semilungo, figlio di genitori noti o ignoti, con o senza pedigree, quel gatto è un bellissimo, fortunato e dolcissimo gatto di casa a pelo semilungo.
Altre volte si tende a dire “questo gatto è un norvegese perché gli assomiglia”: no, quel gatto è sempre e “soltanto” un bel fortunato gatto di casa.
Quello che si cerca di spiegare è che se un gatto di razza per legge deve avere un pedigree per essere ritenuto tale, non è per fare quelli con la puzza sotto il naso. Il lavoro di selezione e preservazione della razza è dell’allevatore, anzi dell’allevatore coscienzioso, e senza di essi, non esisterebbero più le diverse razze feline.
Facciamo un altro esempio: Tizio si iscrive all'università di medicina e fa 5 esami. Caio invece si iscrive e si laurea. Di certo Tizio non può dire di essere un dottore perché ha fatto 5 esami. E se Caio dicesse a Tizio che non può dire di essere laureato, Tizio non potrebbe certo avanzare nessuna pretesa.
Spero che questo testo sia stato utile nello spiegare il concetto di gatto di razza, e, detto questo, tutti i gatti meritano, a prescindere, una degna casa ed una famiglia amorevole.
per approfondimenti:
DIRETTIVA CEE n. 174 del 25 marzo 1991
DECRETO LEGISLATIVO del 30 DICEMBRE 1992 n. 529
MIPAAF - DECRETO MINISTERIALE 26 luglio 1994
DECRETO MINISTERIALE N. 22790 DEL 9 GIUGNO 2005
DECRETO MINISTERIALE N. 12953 DEL 13 OTTOBRE 2008
DECRETO MINISTERIALE N. 29634 DEL 21 SETTEBRE 2010